REDDITO DI CITTADINANZA – NOVITA’

REDDITO DI CITTADINANZA – NOVITA’

 

  • Nuovo limite al 30% dei dipendenti somministrati – resta ferma la soglia del 20% dei contratti a tempo determinato;
  • Reddito di cittadinanza
  • Riforma pensionistica

Questi sono i tre punti delle recenti modifiche normative, in parte in corso di definizione che Vi chiedo di considerare come fattori che possono incidere anche in modo rilevante sulle Vostre aziende e che Vi investono nella Vostra figura di datori di lavoro.

 

Nuovo limite al 30% dei dipendenti somministrati, resta ferma la soglia del 20% dei contratti a tempo determinato. Tenendo conto che su tutto vale sempre quanto stabilito dai contratti collettivi applicati dai singoli datori di lavoro, viene confermata in caso di nuove assunzioni del personale a tempo determinato o di proroghe di contratti a termine già esistenti la soglia del 20%. La considerazione va fatta a priori per non incorrere in problematiche di difficile gestione come la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. In pratica non si dovrà più superare d’ora in avanti il limite massimo del 30% dei lavoratori somministrati cumulativamente con i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato per i quali vige sempre il limite suddetto del 20% rispetto al totale di quelli che avete in forza con contratto a tempo indeterminato.

 

Reddito di cittadinanza, più o meno tutti abbiamo capito di cosa si tratta, ma forse non siamo riusciti bene ad avere chiaro il tipo di ripercussioni che tale sistema potrebbe riversare sui datori di lavoro. Destinare a persone non occupate una indennità per il fatto di essere inoccupate potrebbe comportare da un lato la diminuzione dell’offerta di lavoro e dall’altro la propensione a lasciare i posti di lavoro qualora i contratti siano a tempo determinato o a part – time oppure presentino caratteristiche di precarietà.  In particolare alcuni settori che già faticano a trovare forza lavoro come il metalmeccanico, i servizi per la cura della persona e le attività che richiedono personale che lavori di sera e nei giorni festivi si troveranno ad avere ancor più difficoltà ad assumere, a mantenere il proprio organico e quindi a fare impresa.

 

La Riforma pensionistica comporterà un accorciamento della vita lavorativa che toccherà i dipendenti e anche molti datori di lavoro. La fatidica “quota 100” dovrebbe raggiungersi con 38 anni di contribuzione e quindi 62 di età. Pertanto, risulta opportuno fin da ora orientarsi nella gestione del pagamento del TFR – fondo trattamento di fine rapporto – e nel recupero programmatico delle fonti di liquidità o di finanziamento.

 

dott.ssa Nilda Calza

 

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Ti ricordo che le informazioni raccolte nelle nostre news non hanno in alcun caso carattere esaustivo, sono solo indicazioni che abbisognano sempre di approfondimenti e di consulenze specifiche. In ogni caso, si tratta di materie in continua evoluzione normativa che devi, fin dall’inizio, considerare soggette a modifiche anche sostanziali.

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